Ed eccoci finalmente! Assistite da uno splendido sole, che almeno dalle nostre parti per il momento continua a risplendere alto nel cielo, ci siamo animate di belle speranze e cimentate in un altro piccolo pezzo della storia della nostra regione, felici di riscoprire, grazie ad Una Cucina a Pois, le tradizioni, i costumi, il lato più dolce e folcloristico del nostro Abruzzo.
La collaborazione questa volta è stata a più mani e tanti sono i ringraziamenti che ci apprestiamo a fare, speranzose di poter ripetere un esperimento tanto piacevole quanto produttivo!
Felice con la chioma al vento e l’opulenza del suo colmo grembo, ornata dei suoi più pregiati monili, la nostra Pupa ha abbandonato il suo cavallo per incontrare le mani, finemente curate, di una graziosa fanciulla della Formes (formesweb.it) che insieme alle grintose ragazze del blog Stripe & Chic (stripeandchic.blogspot.it) ed alle preziose gioie di Civico 45 (civico45.it) ha dato forma alla scenografia per la presentazione della ricetta di quest’oggi. Una dolce cooperazione, è proprio il caso di dirlo! Una sperimentazione di successo per celebrare un dolce delle feste pasquali della nostra tradizione!
Con piacere vi presentiamo un’usanza tanto antica quanto magica, per la sua storia, per le sue origini. Origini che si scindono in due percorsi, uno pagano ed uno tradizionale. Secondo la tradizione pagana il dolce veniva preparato ed offerto in occasione del fidanzamento, quando la coppia era solita presentarsi alle rispettive famiglie. Lo scambio avveniva durante una cerimonia sontuosa con rituali e passaggi ben precisi durante la quale le rispettive famiglie, in segno di consenso all’unione dei due futuri sposi, si scambiavano rispettivamente i dolci emblema del loro legame affettivo: il cavallo alla famiglia della fidanzata e la pupa per quella del fidanzato. Secondo la tradizione cristiana, invece, la preparazione di questo dolce si riconduce all’ultima cena quando Cristo spezzò il pane e lo distribuì agli apostoli. La rottura in piccoli pezzi simboleggia lo stesso gesto d’amore e solidarietà dell’evento cristiano.
Oggi, semplicemente, questi dolci vengono preparati dalle nonne la sera del giovedì santo e donati ai più piccoli nel giorno di pasqua.
La preparazione della pasta in sé in realtà è semplicissima perché prevede la sola creazione di una pasta frolla. Il divertente è dargli la forma di pupa per le bimbe e di cavallino per i maschietti ed addobbarla secondo il proprio gusto personale. Imprescindibile è però il fatto che entrambi debbano avere sulla pancia, racchiuso da due strisce di pasta a forma di croce, un uovo che simboleggia la rinascita e il perdurare della vita e dell’unione.
450 gr di farina 00 (più quella necessaria alla lavorazione)
2 uova + 1 uovo sodo
1/2 bicchiere di olio evo
1/2 bicchiere di latte
180 gr di zucchero
la scorza di un limone grattugiato
1/2 bustina di lievito per dolci
codette colorate
qualche cucchiaio di glassa (potete prepararla con un bianco d’uovo e qualche cucchiaio di zucchero a velo)
La lavorazione della pupa è, come abbiamo detto, di una semplicità disarmante; la bellezza di questa antica preparazione sta proprio nel valore che essa ricopre nel periodo pasquale, valore che si tramanda di generazione in generazione.
Ponete la farina a fontana e nel mezzo rompete le due uova, poi aggiungete l’olio, il latte, lo zucchero, la scorza di limone e infine il lievito. Impastate fino ad avere una palla elastica, aggiungendo altra farina se necessario, e formate una massa che lascerete riposare per una mezz’oretta. Riprendete l’ impasto e lavoratelo ora a mo’ di pupa, dando le sembianze di una bambola.
Modellate dapprima il corpo e poi sagomate nel dettaglio le varie parti: braccia, gambe, seno, viso.
Importante è che nella parte che rappresenta il grembo voi poniate un uovo sodo, ricoperto da striscioline di pasta, simbolo di fertilità per le giovani donzelle.
Dopo aver modellato la pupa spennellatela con della glassa e ricopritela di codeste colorate, al fine di abbellirla.
Mettete in forno preriscaldato a 150 gradi (la bassa temperatura permetterà alla pupa di cuocere con calma e di asciugarsi per bene all’interno, dato che la pasta ha uno spessore maggiore rispetto all’altezza dei dolci standard) per 40/50 minuti.
Prima di sfornarla fate sempre la prova stecchetto, che dovrà risultare asciutto.
Sfornate la pupa, lasciatela raffreddare e gustatela per colazione o con un caffè!
Per cotanta bontà il primo ringraziamento va a chi ci assiste sempre nelle nostre ricette, memorie e ricordi di tempi a volte lontani, a volte vicini: mamme, nonne e zie che incoraggiano il nostro progetto e ci danno libero accesso ai loro preziosi saperi.
Ringraziamo inoltre la scuola di formazione professionale Formes di Chieti Scalo per la location e le bellissime mani fotografate, il negozio di accessori ed abbigliamento Civico 45 di Chieti Scalo per i preziosi bijoux presenti sul set, come la bambolina de Le Carose nonché il bracciale e l’anello, ed infine le nostre amiche del blog di moda e tendenze Stripe and Chic!
Insieme a tutte loro, vi auguriamo delle dolci feste pasquali con la promessa di ritrovarci prestissimo con tante novità e dolcissime bontà!
Ilaria & Serena